Nuovo picco record di presenze di minori nel nido del carcere di Rebibbia Femminile.


Sono, infatti, 25 i bambini e le bambine che attualmente vivono in carcere con le mamme detenute. La segnalazione è del Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni che più volte, nei mesi scorsi, aveva lanciato l’allarme su questa emergenza: quasi la metà dei minori, 11 su 25, ha meno di 8 mesi di vita. Attualmente la legislazione prevede che i bambini da 0 a 3 anni possano stare con le mamme detenute. Al compimento del terzo anno di età è obbligatoria la scarcerazione dei minori, indipendentemente dalla pena che sta scontando la madre, con l’affidamento ai parenti, a case famiglia o Istituti. Dei venticinque bambini attualmente presenti a Rebibbia Femminile, due sono figli di italiane, uno di una romena, il resto di giovani nomadi. La prima conseguenza dell’alto numero di bambini presenti è il sovraffollamento: la sezione riservata alle mamme con bambini ha, infatti, solo 14 letti a disposizione. Inoltre, operatori e volontari lavorano per intrattenere i piccoli durante il giorno, evitando che su di loro pesi il carcere. I bambini trascorrono il tempo nella stanza dei giochi o nella zona di verde attrezzato. Alcuni di loro – fra le difficoltà legate alla diffidenza delle mamme straniere – frequentano un nido esterno. «Nonostante l’impegno di chi lavora in carcere e del volontariato, è indubbio che questi bambini vivono una situazione difficile – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni –basti pensare che sono costretti a passare una fase importante della loro vita, quella del primo apprendimento, in un carcere cella e con un limitato spazio intorno. Io credo che sia prioritario studiare, per le madri detenute, misure alternative alla detenzione prevedendo l’obbligo del carcere solo per i reati gravi».


Tratto da VITA

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