Il matrimonio civile inteso come il reciproco giurarsi “non finirà mai” in Germania è diventato una vecchia idea. Una proposta di legge, presentata da un’esponente di rilievo dell’Unione cristiano-sociale bavarese, prevede che il matrimonio duri al massimo sette anni. Il superamento della fatidica crisi del settimo dovrebbe essere il banco di prova per decidere se vale la pena di continuare ad amarsi. Perché qualora la vita a due sia diventata troppo stretta, il divorzio o la separazione sarebbero automatici, con un conseguente addio alle parcelle degli avvocati e al fardello dei traslochi improvvisi. La ribelle signora Gabriele Pauli, provocatrice per natura e forse anche per convenienza, ha così avanzato la sua proposta, attirandosi chiaramente i rimbrotti della Chiesa cattolica. “La coppia a vita non esiste, non funziona”, avrebbe inoltre sentenziato.


La notizia è del 21 Settembre.


E’invece datato “25 Settembre” il suicidio del filosofo Andrè Gorz e di sua moglie Dorine, gravemente malata. Li hanno trovati distesi sul letto, uno accanto all’altra, una morte che pur nella sua disperazione, non può che assomigliare a un’estrema dichiarazione d’amore. Laicissima e atea testimonianza, nell’era delle vigliaccherie di nozze a tempo per coppiette fragili, della possibilità che il legame nuziale duri per sempre.


E fosse anche l’amore eterno un paradiso per pochi naufraghi, dovrebbe restare l’obiettivo di ogni matrimonio che si rispetti, per evitare di snaturarne l’essenza.

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