Si parla tanto dei diritti dei nonni, del loro ruolo nella famiglia, del loro contributo culturale e di valori per i nostri figli.


Eppure, ancora oggi, nella nostra società distratta dei nonni ci ricordiamo solo quando “servono” o quando ci lasciano per sempre.


Giuro che profonderò ogni sforzo per salvaguardare i diritti dei nonni.


 


Forse, non è questa la sede adatta. Lo so. Ma oggi vivo una tristezza infinita.


Anna, mia nonna, è morta.


E con lei muore il capitolo più importante, quello della mia infanzia, della mia adolescenza e di tutto ciò che è stato per me fino a qualche ora fa. Quando penso ai nonni penso a lei.


Una donna forte, ma dolce. Una carica di umanità, ricca di femminilità orgogliosa ed affascinante. Un’eterna ragazza emiliana, piena di vita, di slanci, di pianti nascosti, di generosità discrete.


 


Ho vissuto anni indimenticabili con lei e grazie a nonna, fin da piccolo, ho iniziato ad apprezzare il magico mondo delle donne. Mi sento invecchiato e solo senza di lei.


Fino a ieri mi sentivo un ragazzino. Già perché i nonni ci fanno sempre sentire piccoli.


Devo solo dire grazie a Dio per averla conosciuta e la lontananza da lei di questi ultimi anni è stata soltanto un fatto fisico. Ma lei era con me, custodita nei miei ricordi indelebili, quelli di quando ero solo un bambino e lei era la mia nonna, il mio rifugio, la mia grande madre.


 


Non so, forse sarò patetico, ma avverto un dolore strozzato, triste e  pieno di malinconia. Un dolore con poche lacrime e quindi più brutto da sopportare fin quando avrò da vivere.


Si dice che i figli sono di chi li cresce. Ebbene i nostri sono anche dei nonni.


Non dimentichiamolo mai.


Ciao nonna Anna. Ti voglio tanto bene. Tuo marito, il Tuo unico Uomo Ti aspetta per l’eternità.


 


                                                                                Gian Ettore

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