Dopo la proposta dei cosiddetti matrimoni a tempo, dalla Germania arriva l’ennesima provocazione. La ministra della Giustizia tedesca ha preparato un progetto  per cercare di combattere lo sfruttamento sessuale dei minori. La legge in questione prevede di abbassare l’età in cui si è punibili penalmente da 18 a 16 anni nei casi di prestazioni sessuali (ma anche effusioni spinte) nelle quali intervenga qualche forma di compenso materiale. A dirla così, pare nulla di strano. In realtà, l’approvazione della legge comporterebbe qualche piccola scossa nei rapporti già precari tra adolescenti. Il corteggiamento si tingerebbe di ambiguità. E se già era una pratica ormai in disuso, immaginiamo quale temerario inviterebbe più una ragazza al cinema per rischiare, oltre al due di picche, anche un’eventuale incriminazione. Secondo i detrattori della ministra  Zypris, dovrebbero essere meglio definiti i contorni della faccenda. E ci si chiede se diventerebbe reato mandare un mazzo di fiori nella speranza di un “avvicinamento sessuale”. Paradossi.
In un mondo in cui i cellulari e internet hanno spoetizzato anche il più nobile dei sentimenti, si vuol far diventare tabù uno scambio di anellino tra ragazzini.
La prostituzione minorile e la pedofilia sono altra cosa.
I giovani devono essere sì protetti, ma non al punto da sopprimere il loro diritto all’autodeterminazione, anche sessuale. Annacquare le emozioni con un bigottismo senza senso sarebbe troppo. Quasi, questo si, un reato.

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