L’Axe Effect Trend Lab, osservatorio istituito dalla Brand della multinazionale Unilever ha condotto uno studio per monitorare atteggiamenti, trend e comportamenti di alcuni studenti italiani di età compresa tra i 14 e 18 anni.
Da tale studio, è emerso che più di un ragazzo su cinque, chiama i genitori con il nome di battesimo, mentre solo il 34% preferisce chiamarli canonicamente “papà” e “mamma”.
Il fenomeno è stato battezzato come effetto “Homer Simpson”, ispirandosi al famoso cartone animato in cui il piccolo Bart chiama per nome il papà Homer, uomo adulto ma dal cervello di un ragazzino,pasticcione e irresponsabile, considerandolo quindi come un suo pari.
La questione è stata sollevata da un pool di psicologi in quanto, permettere ai figli di assumere tale atteggiamento, cancellerebbe l’autorità parentale e sarebbe perciò deleterio.
Il genitore che cerca di apparire “in linea” alle aspettative, ai gusti ed alle mode dei giovani, può dare l’idea sbagliata di essere semplicemente un amico del figlio, autorizzandolo ad essere trattato come tale.
Invece il ragazzo deve avere la certezza di un punto di riferimento al quale rivolgersi, di una persona da emulare, da rispettare, su cui poter sempre fare affidamento o a cui ricorrere nei momenti di difficoltà. 
Quindi, è giusto avere con i figli un rapporto di dialogo, affrontare con tranquillità qualsiasi argomento, ma un genitore, pur amico, deve sempre rimanere un genitore, altrimenti si crea una confusione sui ruoli esistenti all’interno della famiglia.
Le regole e la loro osservanza sono indispensabili per vivere bene: bisogna dunque promuoverne il rispetto e l’acquisizione principalmente in una società così importante come la famiglia.

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