Oggi il numero di coppie poco “omogenee” è in continua crescita. Negli ultimi 10 anni le coppie in cui un partner è straniero sono aumentate del 300%. Nell’80% circa dei casi il matrimonio riguarda un italiano e una straniera, in prevalenza donne provenienti dalle Filippine, dalla Romania, dal Perù.
Solo il 10% riguarda persone di religione diversa, come cristiani e mussulmani (dati ISTAT). La differenza di religione può essere un ostacolo perché, nelle sue forme più rigorose, coinvolge la concezione stessa della vita.
L’attrazione scatta più facilmente rispetto al passato, ma non è detto che i pregiudizi siano scomparsi. Nella maggior parte dei casi, accompagnano la vita di qualsiasi coppia che non rientri nei più stretti canoni della c.d. “normalità”. Non a caso la formazione di coppie miste subisce degli ostacoli non soltanto in Occidente, ma anche in altri Paesi. Il pregiudizio, infatti, riguarda non solo il colore della pelle, ma anche il credo religioso, le abitudini, la cultura. E’ quindi necessario essere consapevoli delle differenze, ricordando che non si tratta di ideologia, ma di scelte di vita comune.
Alla base del successo c’è una conoscenza profonda del proprio partner, dell’ambiente nel quale vive e che vorrebbe riproporre nella coppia e nella famiglia. E, inoltre, una grande chiarezza su come si vorrà impostare la vita futura, perché spesso sono proprio gli scontri sulle piccole cose a far saltare le unioni basate sull’amore e non sulle convenienze economiche o sociali.
A questo proposito un grande aiuto può arrivare dalle famiglie d’origine: l’accettazione di un nuovo membro “diverso” facilita l’inserimento sociale e toglie alla coppia un grosso carico di stress.


Avv. Cesira Cruciani, Roma

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