Quasi ultimato l’esame del provvedimento sullo stalking. Devono essere ancora votati due emendamenti , probabilmente domenica notte. Così si spera che il codice penale sarà integrato con una nuova norma, l’art. 612 bis. In questo modo le molestie insistenti, cioè tutti quei comportamenti persecutori come minacce, insulti e pedinamenti, spesso perpetrati da ex fidanzati o amanti respinti, e in molti casi anticamera della violenza vera e propria, saranno soggetti ad una pena che potrà variare dai quattro mesi ai sei anni di carcere. Per questa nuova fattispecie di reato è prevista la procedibilità a querela della persona offesa, fatta salva, tuttavia, la procedibilità d’ufficio se il fatto è commesso con minacce gravi ovvero nei casi in cui il fatto è connesso con altro delitto per il quale è prevista la procedibilità d’ufficio. E giustizia sarà fatta, finalmente. Se si pensa che in Italia oltre il 5% degli omicidi hanno avuto come prologo atti di stalking, ci si rende conto di quante vittime inutili ci siano state fino ad oggi. Le polemiche non riguardano, però, solo il ritardo di un provvedimento fondamentale come questo. Sul fronte politico, c’è chi ritiene che lo stalking avrebbe bisogno di una previsione esclusiva e non, com’è ora,  di un testo comprensivo anche del reato di omofobia. Ma in questi casi, più delle critiche, può la necessità.


 


 

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