Allo stesso tempo aumentano le richieste di affido condiviso del cane o del gatto di casa in sede di separazione


Due dati in apparente contraddizione tra loro, ma che sicuramente saranno entrambi destinati a far discutere: sono in aumento i divorzi a causa del troppo attaccamento di uno dei coniugi all´animale domestico, ma allo stesso tempo aumentano le richieste di affido condiviso del cane o del gatto di casa in sede di separazione. I dati arrivano dall´analisi degli sportelli online dedicati alle questioni di animali in famiglia dell´associazione italiana difesa animali ed ambiente – Aidaa relativi al biennio 2007-2008. Le coppie separate e divorziate che si sono rivolte nei due anni presi in considerazione agli sportelli online di Aidaa per chiedere consulenza su come gestire i propri animali domestici sono state 580 di queste sono state ben 88 che hanno ammesso che come prima causa della separazione o del divorzio c´è un problema con l´animale di casa.
Tra gli animali oggetto morboso di attenzione da parte dei coniugi primeggia il cane il quale è indicato come causa di separazione in ben cinquantuno casi 51 casi, seguito dal gatto in 19 casi e poi pappagalli, tartarughe, pesci vari ed un caso persino due topolini bianchi. E, strano ma vero, in quasi il 70% dei casi il coniuge morboso è l’uomo, marito o convivente. In altri 47 casi di separazione o divorzio viene indicata tra le cause l’abbandono da parte di uno dei coniugi di un’animale domestico.
Ma dall´analisi dei dati emersi da questa ricerca sui 580 casi di coppie che si sono rivolte all´Aidaa per dirimere le questioni legate agli animali domestici vi sono stati ben 269 coppie che si sono rivolte all´associazione animalista per chiedere di aiutarli a trovare un accordo per poter condividere insieme il proprio animale, ed in questo caso in ben 245 casi la soluzione è stata positiva con un forte incremento del dato del 2008 rispetto all´anno precedente (155 casi nel 2008 e solo 9 nel 2007).
Anche in questo caso oltre il 70% degli animali interessati era composto da cani, il 22% da gatti ed in quasi tutti gli altri casi si trattava di coppie separate o divorziate che possedevano più di un´animale. Non sono mancate -sostiene Lorenzo Croce presidente nazionale dell´Aidaa- le richieste di intervento piuttosto strane come due casi di richiesta di aiuto per superare il pignoramento di un gatto e cinque casi relativi a questioni di eredità collegate ad animali«.
«Ora – prosegue Croce – con l´avvio delle sezioni del tribunale degli animali sono sempre più le persone che si presentano nelle nostre tredici sedi a chiedere informazioni su come tenere i propri animali insieme anche in caso di separazione, ma non manca chi chiede di tornare in possesso totale del proprio animale accusando il coniuge di essere poco attento al benessere del cane o del gatto di coppia».


LA STAMPA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *