Sarà inaugurata a breve una “card” valida in tutta Europa 
 
Raggiunto l’accordo tra 10 paesi dell’Unione arriverà a breve la card elettronica con i dati sanitari e il trascorso clinico dei pazienti.
La banca digitale europea che raccoglie tutti i dati relativi allo stato di salute di milioni di cittadini è frutto di un consorzio di 10 paesi europei, tra cui l’Italia.


Il progetto
In Italia, per il momento, solo dieci regioni hanno aderito al progetto europeo. Mancano all’appello tutte le regioni del Sud. Costo iniziale 22 milioni di euro, per metà a carico dell’Unione Europea. La Svezia sarà la coordinatrice del progetto, quindi avrà una quota di finanziamento più alta degli altri Paesi, mentre la Lombardia farà da capofila alle altre regioni. Prima verifica nel 2011. Il sistema dovrebbe funzionare a pieno regime entro il 2015.
Al momento è la Spagna che dispone di un avanzato sistema di archivio medico digitalizzato tra i Paesi che hanno aderito al progetto europeo “Smart Open Services”. Molti e non di poco conto gli ostacoli da superare: dalla differenza linguistica alle diversità dei sistemi informatici e alle diverse leggi sulla privacy.


Come funzionerà?
La carta dovrebbe permettere ai cittadini dell’Unione aderenti all’iniziativa di poter essere assistiti all’estero. I medici, una volta ottenuto il consenso del paziente infatti, potranno accedere alla “cartella clinica” digitalizzata che il turista si è portato e avere un’idea delle malattie che l’hanno colpito. Lo stesso discorso vale per le medicine. Se il turista segue una particolare terapia tutti i medicinali prescritti in Italia sono elencati sulla “cartella clinica” elettronica. Se, invece, il medico spagnolo decide, dopo aver preso visione di tutti i dati, può prescrivere al paziente un nuovo farmaco con l’obbligo di segnalarlo per via elettronica al sistema sanitario italiano.


Le risorse
Gli investimenti italiani in tecnologia sanitaria, un settore che ha determinato nel mondo una spesa pari a 187 miliardi di euro, sono però ancora inferiori a quelli di altri paesi europei. Secondo quanto risulta dagli ultimi dati disponibili, il nostro Paese destina ai dispositivi medici una cifra pari al 4 per cento della spesa totale europea dedicata alla tecnologia medica. Una cifra che ci colloca subito sotto la Francia (5 per cento) e lontana dalla Germania che ci stacca con una fetta pari all’11 per cento della spesa Ue.


LA STAMPA

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