E’ sempre più crescente in Italia il fenomeno di avvocati totalmente inesperti che, pur di accalappiare clientela, si cimentano in procedure familiari, determinando veri e propri disastri.

E’ un dato preoccupante ed odioso, in netta distonia con quanto recita il Codice Deontologico degli Avvocati agli artt. 12 e 13.

Art. 12 Dovere di competenza: “L’avvocato non deve accettare incarichi che sappia di non poter svolgere con adeguata competenza.

I. L’avvocato deve comunicare all’assistito le circostanza impeditive alla prestazione dell’attività richiesta, valutando, per il caso di controversie di particolare impegno e complessità, l’opportunità della integrazione della difesa con altro collega.

II. L’accettazione di un determinato incarico professionale fa presumere la competenza a svolgere quell’incarico”.

Art. 13 Dovere di aggiornamento professionale: “E’ dovere dell’avvocato curare costantemente la propria preparazione professionale, conservando ed accrescendo le conoscenze con particolare riferimento ai settori nei quali è svolta l’attività.

I. L’avvocato realizza la propria formazione permanente con lo studio individuale e la partecipazione a iniziative culturali in campo giuridico e forense.

II. E’ dovere deontologico dell’avvocato quello di rispettare i regolamenti del Consiglio Nazionale Forense e del Consiglio dell’Ordine di appartenenza concernenti gli obblighi e i programmi formativi”.

Il diritto di famiglia e minorile, sia in sede penale che in quella civile, è una materia difficilissima e delicatissima.

Se affrontate senza un’adeguata esperienza o formazione, si rischia di danneggiare il cittadino e soprattutto i minori coinvolti.

L’utenza deve, dal canto suo, accertarsi (senza badare a risparmi sulla parcella…) che il proprio difensore sia davvero esperto in questo settore del diritto.

Ogni giorno capita tristemente di vedere all’opera, nelle separazioni e divorzi, avvocati del tutto inadeguati, privi della dovuta sensibilità, che aggravano la situazione dei propri clienti.

Troppe volte capita che una separazione “facile” si trasformi in un pericoloso conflitto a causa della “bellicosità” ed imprudenza di questi legali.

Vi sono legali che vogliono “vincere ad ogni costo” finendo con il compromettere i reali diritti ed interessi della famiglia separanda. Nel diritto di famiglia non si vince mai. Semmai si trova una soluzione che favorisca i diritti dei minori.

Trasformare tali procedure in patetiche competizioni tra avvocati significa non aver capito niente del diritto di famiglia!!!

L’avvocatura specializzata più volte ha denunciato questo stato di cose, ma non sono stati ottenuti risultati apprezzabili.

Il matrimonialista riveste una valenza sociale importantissima. La famiglia in quanto tale è un valore che va salvaguardato anche nella sua fase patologica.

Egli deve essere in grado di mediare, di trovare soluzioni, di abbassare i toni del conflitto, di informare correttamente i propri assistiti su tutto ciò che li riguarda.

Non può trattare un divorzio o un abuso sessuale alla stregua di un sinistro stradale o uno sfratto.

Il diritto di famiglia è tutt’altra cosa, così come lo è l’avvocato familiarista.

Vi sono equilibri da rispettare e soprattutto diritti sacrosanti da tutelare.

Dunque non possiamo sempre addossare le colpe di una Giustizia che non funziona al sistema e/o alla magistratura.

Diciamolo forte e senza inutili corporativismi.

Se il diritto di famiglia, spesso, non riesce a tutelare i soggetti più deboli (in particolar modo i minori), ciò dipende dall’assoluta impreparazione di molti avvocati “tuttologi” (che in realtà non sanno niente).

Vi sono avvocati che operano maldestramente in questo settore, non perché sono capaci, ma solo perché si fanno sottopagare. E’ questo il punto.

Spesso i veri esperti del settore sono costretti ad intervenire in certe procedure in seconda battuta, quando ormai l’esito di una separazione o un divorzio è già stato compromesso dalla ignoranza e dalla incoscienza del precedente difensore.

Ma anche la gente ha le sue responsabilità.

Non si capisce, infatti, perché – in campo medico – l’utenza sia molto attenta a scegliersi uno specialista e in campo giudiziario no.

Se qualcuno ha problemi cardiocircolatori va forse dal dentista?

Allora perché uno, se ha problemi familiari, si reca dal primo avvocato che gli viene in mente o da colui che prende “quattro soldi” di parcella?

E’ un andazzo che deve finire.

Obiettivo primario, per far fronte a questo scandalo, è creare albi appositi per gli avvocati specializzati in diritto di famiglia con il divieto assoluto di molti improvvisatori di cimentarsi in simili materie.

Questa sarebbe l’unica soluzione al problema.

Non bastano buone leggi.

Perché esse possano avere un senso, abbiamo bisogno di garantire all’utenza, avvocati super specializzati. Ciò vale per tutte le branche del diritto.

Dunque occorre informare la gente e riqualificare una professione nobile e prestigiosa come quella dell’avvocato.

Ma attenzione, tale problema deve essere avvertito anche dalla magistratura. Abbiamo bisogno di giudici specializzati, che siano sensibili alla loro formazione ed aggiornamento professionale.

Il CSM deve intervenire favorendo, con chi di dovere, la creazione delle Sezioni specializzate della Famiglia, almeno in ogni Distretto.

Non è possibile mandare valenti magistrati allo sbaraglio per trattare una materia che non conoscono.

Insomma, fin quando da parte di Avvocatura e Magistratura, non si prenderà coscienza che il Diritto di Famiglia è qualcosa di maledettamente serio, difficilmente sarà avvertita la necessarietà di una super specializzazione.

Nel frattempo i cittadini imparino a difendersi e pretendano dagli avvocati esperienza e qualità.

Ne va del futuro di tanti bambini e di tante famiglie sfortunate.

Avv. Gian Ettore Gassani

Presidente della Sezione Distrettuale di Salerno

dell’AIAF (Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia e per i Minori)

Presidente della Camera Minorile Salernitana

(www.studiolegalegassani.it)

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