Nel mese di settembre è stata approvata in India la legge sulla proibizione dei matrimoni infantili, abrogativa della legge del 1929 che ammetteva tali unioni con il bene placito dei genitori delle giovani fanciulle (comunemente Legge Sharda). Questa riforma sembra chiudere con la concezione arcaica che le figlie fossero di proprietà dei genitori e che si dovessero sposare con l’uomo indicato da questi ultimi. La pratica dei matrimoni infantili è legata chiaramente a situazioni di estrema povertà ed alle abitudini sociali indiane, specie nelle campagne.


Anche in Italia il fenomeno del matrimonio combinato, specie nel Meridione, ha trovato terreno fertile, ma fortunatamente, in parte, tale costume è stato debellato.


È significativo rimarcare che la portata della novella indiana ha efficacia retroattiva e concede alle ragazze minorenni, sposatesi senza aver prestato il consenso, il diritto allo scioglimento del vincolo, senza essere trattate come divorziate agli occhi della legge, ma in più, fatto di maggiore rilevanza e per un verso ingiustificato, il marito avrà l’obbligo di mantenere la precedente moglie.


 


             LA REDAZIONE

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