Avere la colf rientra nel tenore di vita coniugale che l’ex moglie ha diritto a conservare anche dopo la separazione.


Ed è giusto chiedere un aumento dell’assegno che versa l’ex marito se la somma non basta a pagare anche la collaboratrice domestica. La Cassazione, nel ribadire che dopo la separazione il coniuge più debole economicamente ha il diritto a “mantenere un tenore di vita analogo a quello che godeva in costanza di matrimonio”, sottolinea che i giudici per stabilire quale fosse questo tenore di vita devono considerare tutti gli elementi a disposizione. Compresi i viaggi all’estero che facevano i coniugi, i vestiti di marca che acquistavano e, non ultima, la colf che potevano permettersi. Perciò i giudici della prima sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza 6698, hanno annullato la decisione della Corte d’appello di Bologna che aveva invece respinto la richiesta della signora Angela M. di Ravenna di aumentare l’assegno di 1.832 euro mensili che l’ex marito, primario ospedaliero, le versava per il mantenimento suo e del figlio minore. Nella sentenza dei giudici bolognesi, evidenzia la Cassazione, “è mancato l’accertamento del tenore di vita dei coniugi, tanto più necessario in quanto lo stesso era particolarmente elevato, tanto da permettere viaggi in località e alberghi rinomati, collaboratori familiari nonché l’acquisto di vestiario ad alto livello”. La causa è stata quindi rinviata ai giudici bolognesi per una “nuova valutazione delle circostanze apprezzabili in termini economici”, su cui basare l’adeguamento dell’assegno di mantenimento. Insomma, il matrimonio può naufragare ma colf e abiti griffati vanno portati in salvo.


APCOM 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *